La professione dello psicoterapeuta è fertile di possibili disequilibri anche per il curante. Il terapeuta EMDR e ogni collega che si occupa quotidianamente di traumatizzazioni importanti è consapevole di quanto ogni giorno, più volte al giorno, durante le nostre sedute siamo esposti alla traumatizzazione vicaria e indiretta, ovvero l’ascolto di efferate ferite dell’anima. Non solo. Accompagnando storie traumatiche dello sviluppo e personalità estremamente frammentate, spesso qualche frammento rotto dello specchio dell’anima (psiche in greco =anima) che incontriamo davanti a noi, riflette passaggi delicati delle nostre stesse ferite, richiamano frammenti di nostri ricordi sepolti, rimossi o che, grazie al nostro paziente, capiamo essere solo parzialmente elaborati. Narrative di biografie che danzano e a volte si intrecciano con la nostra autobiografia. Nessuna tecnica funziona senza la presenza piena del curante che fa parte del processo di cura. Non solo. Alcuni stili relazionali possono fungere da trigger per noi in terapia, riattivando nostre ferite dell’attaccamento. E così possiamo essere infastiditi da un paziente troppo dipendente e richiedente, arrabbiarci e rispondere seccamente a chi svaluta la terapia e la nostra figura, perderci nel dettaglio del dettaglio per spiegare l’ultima recente ricerca e dimostrare al nostro paziente che siamo preparatissimi. Capita a volte di essere attaccati, insultati o al contrario essere oggetti di tentativi di seduzione. Come stiamo noi? Come reagiamo? Quando scivoliamo mettendo qualcosa di “troppo” nostro nella relazione perché inconsapevolmente dentro a nostre ferite irrisolte? La cura del curante è quindi necessaria per ogni persona che incontriamo in terapia, per noi stessi, per i nostri cari. La pausa estiva, per me molto lunga, è un buon modo per esserci al mio meglio con le persone che accompagno in terapia durante l’anno. La preparazione con l’EMDR alla pausa estiva può richiedere momenti di installazione di risorse per il periodo di sospensione di terapia, oltre alla messa in protezione con accordi chiari in caso di emergenze. La pausa estiva è quel passo indietro necessario per vedere più lucidamente i nostri limiti, criticità, errori. In quello stesso passo indietro nascono creativamente nuovi insight, progetti, approfondimenti. Buon passo indietro e buona pausa estiva a tutti


Dott.ssa Giada Maslovaric