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Il Linguaggio del Trauma

Ho avuto l’onore e il piacere di partecipare come relatrice a questo Convegno davvero ben “orchestrato” con diverse sinfonie e strumenti utili per il linguaggio del trauma.

Grazie ai colleghi Magdalena Pramstrellar e Martin Fronthaler per la splendida organizzazione, oltre ai contenuti e ai relatori avete donato a tutti noi una giornata immersa nella bellezza e nella calma di un’Abbazia dove parlare nella sala dedicata a Sant’Agostino è stato davvero ispirante e nutriente.

Abbiamo bisogno di bellezza, arte e pace.

Il lavoro quotidiano sul trauma può essere logorante e far perdere punti di equilibro e prospettive di auto cura.

Nella mia relazione ho parlato approfonditamente di Yoga Trauma Informed come possibilità bottom up nel setting clinico e di EMDR nella cura individuale e gruppale del trauma.

Pedagogia del trauma, approccio bioenergetico, ippoterapia, neurobiologia del trauma alcuno degli altri argomenti sapientemente trattati da colleghi davvero eccellenti.

L’integrazione dei vari approcci, l’apertura al dialogo coi servizi, la cooperazione è la strada per accompagnare le persone anche con sofferenze estremamente gravi e complesse, verso un ritrovato benessere.

Integrazione è libertà.

A favore dei pazienti, dei curanti, dell’evoluzione stessa della nostra specie.

Tra corpo, emozione, mente e spiritualità.

Tra persone con diversi linguaggi sul trauma che sanno integrarsi e fluire insieme.

Giada Maslovaric

Festival Ribalta-Menti (Matera). Intervento di Giada Maslovaric: parliamo di suicidio e vergogna ai ragazzi.

Il suicidio è la seconda causa di morte nei giovani tra i 15 e i 19 anni.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) evidenzia che nel mondo ogni anno quasi un milione di persone muore per suicidio, con un tasso “globale” di mortalità di 16 casi ogni 100.000 persone (un decesso ogni 40 secondi).

Il suicidio uccide più giovani del cancro, delle guerre, delle catastrofi.

Si parla abbondantemente di guerre, tumori, catastrofi. Quasi ad ogni ora troviamo TG, talk show e articoli di giornali dedicati a questi temi. Ma sul suicidio cala un velo di tabù.

Un tema che non piace. Un tema che spesso fa chiudere le porte anche alle scuole, luogo per eccellenza dove poter fare prevenzione e cultura sul tema.

A Matera grazie a RibaltaMenti Festival di Zio Ludovico e Lumaca e Emanuele Cristallo siamo andati oltre la vergogna. Oltre l’evitamento. Oltre la paura.

Ci vuole coraggio (cor habeo, agire col cuore) per raggiungere 500 adolescenti in due giorni e parlare di come la vergogna si intrecci strettamente al tema del suicidio. Grazie a Patrizia De Luca per aver fortemente voluto questo approfondimento.

Grazie a Matteo Bi Bi che col suo romanzo “La vita di chi resta” ha portato forte e chiara la sua testimonianza di sopravvissuto a questi ragazzi.

E soprattutto grazie ai nostri figli adolescenti, perché siamo tutti padri e madri dell’umanità, grazie a voi che siete rimasti ad ascoltare i nostri interventi e grazie per le decine e decine di domande che mi avete fatto travolgendomi nella pausa. Coi vostri sguardi. Con le vostre ferite. Col bisogno di essere visti e ascoltati.

Grazie a Francesca Corrado per la bellissima testimonianza su quanto il fallimento e l’errore possa trasformarsi nella migliore occasione della nostra vita.

Grazie a Mariapia Ebreo per l’accompagnamento prezioso nella moderazione

Grazie al collega Domenico Barillà, per lo sguardo sapiente e profondo che ha portato a questi ragazzi, provando a sostare tutti insieme.

Grazie al filosofo Nicola Donti per il sapiente e ritmato intervento sui pregiudizi.

Grazie alla teologa Claudia Nicole Cappiello per averci aiutato a riflettere sulle radici della vergogna.

Grazie a EMDR0-18 per l’attenzione costante a tutte le tematiche di prevenzione.

Torno a casa davvero nutrita. E grata.

Grazie.

Giada Maslovaric